Oggi stiamo arrostendo la nostra mente

20 mila morti su 60 MILIONI di persone. Scritta così, non sembra un'emergenza capace di affondarci.

Eppure abbiamo una paura incredibile di questo coronavirus, tale da arrivare a mutare la nostra percezione della realtà, che nelle nostre teste diventa un ostacolo impossibile da superare.

Non sarà che siamo più deboli? Fuochino…

Stare chiusi in casa ci sta facendo piombare in uno stato mentale che ci porta letteralmente ad affogare in un vortice avaro che inghiotte il senso delle nostre esistenze.

Ad un tratto ci stiamo accorgendo che le nostre case sono prive di qualità, povere di spazi definiti dalle nostre priorità, ma sopratutto stiamo capendo che viviamo in scatole che non esprimono ciò che siamo.

Manca lo spazio, manca la luce.

E come in un processo kafkiano, ci stiamo trasformando nelle nostre case. Ci sentiamo senza qualità perché viviamo in spazi che ne sono privi.

Crediamo si aver perso la luce nelle nostre menti a furia di stare in stanze in perenne penombra.

Quello che voglio farti capire è che oggi più che mai stiamo avendo l’occasione di capire quanto siano importanti gli spazi dove viviamo, e lasciare che siano definiti dal caso (o dall’incompetenza) significa condannare sé stessi ad una vita a metà, come quella che stiamo vivendo in questi giorni.

Ma ora la palla passa a te… Cosa miglioreresti dei posti in cui vivi?

Un abbraccio.